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20 maggio 2012

La liberalizzazione dei terremoti

La cronaca di questi giorni è monopolizzata dal mostruoso atto criminale compiuto a Mesagne (BR). Giornalisti e opinionisti si esercitano nella ricerca di un movente. Ma non c'è spiegazione accettabile. Solo un gioco di rimandi tra il nome della scuola (Morvillo-Falcone) e l'anniversario della strage di Capaci; tra il luogo del crimine e le radici della mafia pugliese; poi c'è l'opera svolta dalla scuola a sostegno della legalità e per qualcuno può essere una colpa da punire. Non sappiamo ancora quale sia la matrice del gesto criminale che ha ucciso Melissa Bassi e tiene in sospeso la vita di Veronica Capodieci, studentesse sedicenni che si recavano a scuola. Potrebbe anche essere il gesto di un folle, ma gli italiani che hanno buona memoria sanno che ci sono momenti in cui la follia sanguinaria diventa una medicina sociale, un antidoto contro le proteste politiche e le rivendicazioni sociali. Sembrava opera di un folle anche la bomba alla banca di Piazza Fontana,
le bombe sui treni negli anni di piombo e quella che distrusse la stazione di Bologna. Strategia della tensione: cura omeopatica per smorzare quelle tensioni sociali che rischiano di provocare rigetti politici.

La cura è nota, il dottore che ce l'ha prescritta rimane sempre nell'ombra. Ma è ancora presto per dirlo. Può anche darsi che il fatto resterà isolato. Utile solo a riempire le cronache di pochi giorni. Però ora arriva un'altra grave notizia, quella del terremoto nella pianura emiliana. Una tragedia con poche vittime, ma l'Italia non ha ancora chiuso i conti col terremoto abruzzese e non sembra in grado di reggere un altro colpo. L'Aquila aspetta ancora l'inizio di una ricostruzione. Dopo tre anni a L'Aquila c'è ancora la zona rossa, le macerie, i palazzi puntellati, i monumenti squarciati, gli uffici chiusi, le aziende in letargo.

Il terremoto di stamattina arriva inaspettato e potrebbe gettare un po' di luce su un decreto pubblicato quattro giorni fa. In questa Italia divisa tra difficoltà familiari e distrazioni di massa pochi si curano del lavoro del legislatore. Dovrebbero farlo i giornalisti, ma non lo fanno. La modifica del testo costituzionale per introdurre il principio del pareggio di bilancio è avvenuta in un clima di silenzio-stampa, mentre le cronache politiche si occupavano dei figli di Bossi. Ora è arrivato il DL 59, riforma della Protezione Civile, nel quale c'è scritto che i danni causati dalle calamità naturali dovranno essere coperti da polizze assicurative private. Lo Stato non pagherà più. La Protezione Civile dovrà occuparsi esclusivamente "dei servizi di soccorso e assistenza ai soggetti colpiti dall'evento, nonche' agli interventi provvisionali strettamente necessari alle prime necessita' nei limiti delle risorse disponibili".

All'art. 2 della Costituzione c'è ancora scritto che la Repubblica garantisce e richiede l'adempimento dei "doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale", ma c'è da sospettare che d'ora in poi lo farà solo incentivando la diffusione dei contratti di assicurazione e la solidarietà economica esisterà solo per i soggetti validamente assicurati. 

Possiamo suppore che il regolamento (quello che sarà emanato al "fine di consentire l'avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamita' naturali sui fabbricati, a qualunque uso destinati, ed al fine di garantire adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione di beni immobili privati destinati ad uso abitativo, danneggiati o distrutti da calamita' naturali") prevederà un regime obbligatorio di assicurazione. In tal modo si potrà lasciare al suo posto l'aggettivo "inderogabili". A me invece pare che una solidarietà da acquistare sul mercato delle polizze assicurative non è più la solidarietà economica, politica e sociale che i padri costituenti avevano posto a principio inderogabile della Repubblica.

Il governo dei tecnici sta sabotando l'ordine costituzionale. Non lo fa con la brutalità fanatica e chiassosa dei berlusconiani. Non va urlando contro la legalità, contro l'istruzione, contro il senso morale. Non offre lo spettacolo indecente del pataccaro di Arcore, non inveisce contro tutti con la devastante ignoranza dei leghisti, non si esibisce tra croci celtiche e saluti romani. Lavora silenziosamente. Agisce sulle parole della legge. Sa che in un paese sottomesso da anni ad una illegalità diffusa la gente non ha più alcun interesse per la legge. La giustizia è ormai vista come una sonnolenta liturgia che arriva a pronunciarsi quando è troppo tardi, quando non c'è più nessuno ad ascoltare la sentenza. Il diritto è stato cancellato dagli insegnamenti scolastici. I giovani pendono dalle labbra di Maria De Filippi e dei suoi tronisti, sperano di partecipare ad un Grande Fratello o ad un X-Factor. Così i tecnici lavorano indisturbati. Gli effetti si vedranno solo quando qualcuno arriverà, finalmente, a rimettere in moto la macchina di quello Stato tanto vituperato, ma di cui abbiamo un grandissimo bisogno.

2 commenti:

Erri ha detto...

Il DL 59 è solo un piccolo passo verso quella che uno psichiatra tedesco di Tubinga ha definito "la società autistica" dove sono aboliti il senso di resposabilità e quello di solidarietà verso gli altri essendo i cittadini tutti ripiegati su se stessi. In tanti settori sarebbe auspicabile avere "meno Stato" , ma non in caso di calamità naturali. A cosa serve allora lo Stato, se non interviene nel bisogno? E quindi se mi devo assicurare contro il terremoto, non mi sento più in dovere di pagare le tasse.
Quello che i nostri politici non vogliono capire è l'impossibilità di essere assicurati al 100%.
Tuttavia credo che sia importante avere un'assicurazione sulla casa. Nelle nostre spese condominiali è prevista una quota assicurativa per coprire danni (anche colposi) arrecati al nostro appartamento o all'edificio di cui fa parte.
Eccoti due link sul DL 59:
http://italians.corriere.it/2012/05/24/terremoti-e-assicurazioni-sulla-casa/
http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_22/chi-paghera-salvia_75be5afa-a3ea-11e1-80d8-8b8b2210c662.shtml

un saluto da Herrenberg

Tom P. ha detto...

Grazie delle segnalazioni Erri.
Mi sembra che i due articoli del Corriere riescono a centrare bene la questione, speriamo che aiutino a riflettere.

Niente contro le assicurazioni, ovviamente. Per chi potrà permetterselo è sempra una copertura in più. Ieri sentivo alcune interviste agli imprenditori emiliani che hanno avuto danni dal terremoto e l'unico che aveva l'assicurazione si trova ora con un vantaggio che gli consente di affrontare meglio la situazione.

Il vero problema è che riforme di questa portata non si possono fare con un decreto-legge e senza dibattito politico, ma in Italia il dibattito sui grandi temi della politica è finito dai tempi di Craxi.