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14 aprile 2013

L'informazione sulla manifestazione antipetrolio


Ieri ho pubblicato le foto della bella e grande manifestazione contro la trasformazione dell'Abruzzo in distretto minerario e petrolifero. Ora vedo altre foto disponibili a questi link:
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PrimaDaNoi (il corteo) - PrimaDaNoi (gli stiscioni) - PrimaDaNoi (le facce)

Ovunque si parla di 20mila o 40mila partecipanti in un corteo lungo quasi due chilometri.
Il grande successo della manifestazione è stato riconosciuto anche dal quotidiano Il Centro che già ieri aveva dato risalto all'evento. La foto di copertina era un'immagine di "repertorio" giacché sembra ancora impossibile fotografare un corteo dal giorno prima.

Il Centro oggi ammette che è stata "la più grande manifestazione di protesta mai avvenuta in Abruzzo" e riesce perfino a registrare l'isolamento di Confindustria
che è un isolamento sociale e culturale sulle prospettive economiche e ambientali dell'Abruzzo. Sarebbe giusto parlarne.

Se alla redazione de Il Centro stanno cambiando opinione ci fa molto piacere come per "Caterpillar" la trasmissione di Radio2 che appoggia la manifestazione nonostante la loro sponsorizzazione Eni.
Purtroppo sappiamo che il quotidiano abruzzese non è mai stato neutrale, sappiamo che continua a mettere in prima pagina articoli che sostengono l'utilità delle perforazioni in Abruzzo.

Leggiamo che il direttore Mauro Tedeschini il 17 marzo scorso ci ha proposto la "bella novità" (sic) di conciliare il diavolo con l'acqua santa: un po' di estrazione di idrocarburi e di centrali a biomasse non fanno male, dice lui. Qualche trivella, un po' qua e un po' là, che si aggiunge ai cementifici, alle discariche di rifiuti industriali, ai gasdotti, ai mega-elettrodotti; qualche trattamento di pet-coke, qualche stoccaggio di gas nel sottosuolo tra le faglie sismiche della Maiella. Tutto è ben conciliabile, anche le centrali a biomasse e gli inceneritori di rifiuti e altre cosette così ci stanno benissimo tra le vigne del montepulciano, le raffinerie galleggianti davanti ai trabocchi, i giganteschi tralicci di alta tensione tra i boschi, i gasdotti nelle zone più sismiche dell'aquilano. Sono cose che si conciliano benissimo, dice da anni Il Centro. Il problema, ci spiegano, è solo di "deliberazione informata".  Ci suggeriscono quindi di informarci avvalendoci del "meglio dell'informazione scientifica".

Belìn, direbbe a questo punto un nostro conoscente, ma noi il meglio dell'informazione scientifica ce l'abbiamo già. Medici, scienziati, geologi, ricercatori sono stati presenti fin dall'inizio alla questione del petrolio in Abruzzo. Almeno dal 2007 quando fu sollevato il caso del Centro-Oli di Ortona.

Non so se alla redazione de Il Centro si sono sono accorti (qualche notizia dovrebbe giungere anche a loro spero) che la dottoressa D'Orsogna, quella che loro si ostinavano a presentare come 'ricercatrice' con un po' di fissazioni ambientaliste, è in realtà una docente dell'Università Statale di California e in in qualità di scienziata in questi giorni sta rappresentando la migliore ricerca scientifica americana agli incontri di Bombay. Stiamo parlando quindi dei massimi livelli di conoscenza scientifica mondiale e di una persona che ha avuto sempre la grande umiltà di documentarsi attentamente prima di parlare di danni derivanti dalle attività petrolifere. L'ha fatto consultando scienzati del massimo livello e venendo molte volte qui in Abruzzo ad informarci.  Purtroppo a quel tipo di conferenze con dati tecnici, tabelle ed elaborazioni scientifiche i giornalisti de Il Centro non amano partecipare, i signori della Confindustria neanche. Per loro evidentemente la "deliberazione informata" si basa su qualche consulente pagato dai petrolieri e appositamente collocato su una cattedra universitaria di provincia (conosciamo il metodo) con l'incarico di elargire pacche sulle spalle ai noiosi ambientalisti: "tranquilli, tutto si concilia benissimo. Mettete davanti ai trabocchi qualche pozzo di petrolio con pennacchio fumante, una bella raffineria galleggiante  e vedrete arrivare turisti da tutto il mondo. E' una verità scientifica, garantita anche dall'autorità del Centro"
 
Mi piacerebbe pensare che la grande manifestazione di ieri possa aver detto qualcosa anche ai giornalisti del "caso per caso", invece purtroppo trovo nel loro sito un ennesimo penoso esercizio di falsificazione. Basta guardare come hanno selezionato le immagini della manifestazione di ieri. L'album del Centro è qui. Non è l'unico, ma è quello che viene linkato nella Home-Page alla parola "foto", l'unica gallery che sarà vista dai lettori frettolosi.  La sequenza di nove immagini ci mostra:


pifferai in costume (folklore); alcune maschere horror (inquietanti anche se servono solo ad evocare i rischi mortali del progetto ombrina); "selvaggi" di GreenPeace sporchi di petrolio (sembrano appena usciti dal una scena di Waterworld); un giovane che urla dal microfono sotto uno stendardo rosso con stella di una "brigata" non ben definita (sarà Renato Curcio o Mario Moretti?); tre ragazzi con un piccolo cartello (molto artigianale) della pro-loco di Tollo; alcuni scouts in cammino; e infine il capolavoro che riesce a cogliere due persone in una inquadratura che sembra mostrare un corteo quasi deserto.

Non ditemi che questa scelta è casuale. E' un esempio di giornalismo che lavora in mala fede. Non potendo falsificare i fatti (non possono negare le dimensioni del corteo e lo dicono che è stato il più grande che si sia mai visto in Abruzzo) usano le immagini per smentire le loro stesse parole. Una tecnica quasi subliminale rispetto alla quale molti sono ancora indifesi: mentre i titoli parlano di grande manifestazione le immagini mostrano qualcosa che sta tra l'insignificante e il disturbante. Le foto mettono insieme gruppetti di persone isolate, ragazzini dall'apparenza ingenua, due viandanti un po' stanchi in uno spazio quasi vuoto. Viene da pensare a poche persone sprovvedute finite casualmente tra anarchici inserruzionalisti, brigatisti rossi redivivi ed altri esaltati forse anche pericolosi. Tutto falso, ovviamente, ma quanti ci cascheranno? "Brigate della solidarietà" è un nome che starebbe bene anche ai missionari comboniani, non è una sigla minacciosa, ma lo diventa se viene associata ai teschi e ai finti guerrieri di GreenPeace col corpo provocatoriamente sporcato di petrolio. Mostrare senza spiegare in modo da trasmettere una conferma visiva dei peggiori pregiudizi contro l'ambientalismo irragionevole e l'ecoterrorismo dei valsusini (due capolavori della disinformazione giornalistica) è una astuta tecnica a cui Il Centro non rinuncia.

Nel grande corteo di ieri c'era di tutto come si può vedere dalle mie foto e da quelle visibili agli altri link. Tra i tanti striscioni, cartelli, palloncini, maschere, musiche esibite da associazioni, famiglie, aziende, bambini, biciclette, ecc. c'era anche il trampoliere col teschio, i guerrieri di GreenPeace, il carro amplificato, la pro-loco di Tollo, gli scouts e tutti gli altri. Tutto molto allegro e pacifico. Non c'erano brigatisti rossi, blac-blok, vandali, lanciatori di sassi, picchiatori ultrà. Proprio niente che possa essere spacciato come violenza o minaccia o abuso. C'erano solo pacifici abruzzesi che vogliono salvare la loro terra da una scellerata speculazione. Del tutto inutile lo schieramento di agenti in tenuta antisommossa. Solo abruzzesi che non vogliono e non devono essere criminalizzati come la stampa spesso riesce a fare con chiunque voglia esprimere una richiesta che si oppone ai grandi interessi economici, che poi sono gli stessi grandi interessi che hanno rapinato il patrimonio pubblico, hanno fatto indebitare lo stato e ci stanno riducendo in miseria.

Il Centro e la Confindustria possono scegliere da che parte stare, e se sceglieranno di sostenere gli interessi di MedOil, Forrest, Petroceltic, Eni, Snam, Terna, A2A e dei loro progetti di rapina economica e distruzione ambientale avranno il 99% degli abruzzesi contro. Lo facciano pure, ma abbiano il coraggio di dirlo senza nascondersi dietro gli odiosi trucchi della comunicazione fotografica, dietro una finta informazione scientifica che in realtà continuano ostinatamente a rifiutare, dietro le ambiguità del Presidente Chiodi che ora vuole riaprire ad arte la procedura per le autorizzazioni e dietro l'arroganza di chi per sostenere il progetti petroliferi attacca anche la Chiesa e boicotta la nascita del Parco della Costa Teatina, unico progetto che potrebbe ridare un po' d'ossigeno alla nostra economia.

I giornalisti de Il Centro, prima di scrivere la solita vecchia sciocchezza degli ambientalisti che dicono no a tutto, dovrebbero cominciare a guardare le proposte e i progetti, quelli locali di chi vuole costruire e fare. Scoprirebbero che i cosiddetti "ambientalisti" spesso sono proprio gli imprenditori: imprenditori della pesca, del turismo, dell'eno-gastronomia, della ristorazione, dell'agricoltura, della ristrutturazione architettonica, della cultura. E quando non sono impegnati direttamente sono ben disposti a dire sì. Sì a tutti i progetti di sviluppo economico e tecnologico orientati al miglioramento della vita. Sì anche ai giornalisti che volessero unirsi a questa mentalità senza preoccuparsi troppo di perdere la sponsorizzazione dell'Eni e dei petrolieri texani. Un bel di tutti gli ambientalisti alle vere grandi industrie abruzzesi che si chiamano Pasta De Cecco, Del Verde, Cantina Tollo, Molino Alimonti, Citra, Vini Masciarelli, Olio d'Oliva, Sorelle Nurzia, Parrozzo, Aurum, Ventricina, Arrosticini, Mozzarelle di Rivisondoli, Bocconotti, Centerba, Maccheroni alla chitarra, Pesce dell'Adriatico, Pecorino e, perché no, anche quei fantastici confetti di Sulmona richiesti perfino dai reali d'Inghilterra di cui forse la signora Pelino s'è dimenticata. Ditelo anche a lei: è industria ed è molto ben voluta dagli ambientalisti. Tutte queste attività industriali non possono sopravvivere e non sono compatibili con i progetti di petrolizzazione del territorio, ma sarebbero ben compatibili con altri progetti a cui purtroppo la Confindustria continua a dire no sol perché si tratta di progetti che richiedono elevate conoscenze, competenze e molto impegno insieme alla capacità di guardare lontano. Tutte cose che mancano ai palazzinari e ai cavafossi in cerca di profitti facili e immediati.


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